Natura d’appennino – domenica 21 agosto

Domenica 21 agosto, Rifugio delle 4 Province – colonia Capanne di Cosola. Una giornata di confronto e divulgazione sulla natura e la biodiversità dell’Appennino settentrionale. La crisi ambientale e climatica sempre piu’drammatica deve essere affrontata in primo luogo difendendo, conservando e aumentando gli ambienti naturali e la loro biodiversita. L’Appennino e’ uno dei territori piu’ricchi di valore naturalistico. Suolo, flora, fauna, acque: scopriamone insieme la bellezza e l’importanza.

consumi idrici, politiche agricole, scelte energetiche: riflessioni e richieste del coordinamento Free Rivers Italia

Un documento di Free Rivers Italia, la rete di associazioni e comitati per la difesa e tutela dei corsi d’acqua, cui aderisce anche il nostro Comitato per il territorio delle Quattro Province, per chiedere una revisione delle politiche agronomiche, zootecniche e agro-energetiche.
Qui li testo.

PSA: i sindaci si pronuncino sulle restrizioni alla frequentazione di luoghi naturali

LETTERA APERTA inviata ai Sindaci dei comuni di Cabella Ligure, Carrega Ligure, Mongiardino, Roccaforte Ligure, Rocchetta Ligure, Albera Ligure, Cantalupo Ligure, Borghetto di Borbera, Vignole Borbera, Grondona e, per conoscenza ai sindaci dei comuni di Fabbrica Curone, Gremiasco, Montacuto, San Sebastiano Curone, Brignano Frascata, Momperone, Casasco, Montemarzino, Monleale, Volpedo, Garbagna, Avolasca, Cerreto Grue, Montegioco.

L’ordinanza firmata nello scorso mese di gennaio dal ministro della Salute Roberto Speranza e da quello delle Politiche Agricole e Forestali Roberto Patuanelli per fronteggiare l’epidemia di peste suina che ha colpito i nostri territori prevede il divieto, per una durata di sei mesi, di numerose attivita’ suscettibili di creare una interazione diretta e indiretta con i cinghiali infetti.

Si avvicina la stagione durante la quale si ha la maggior frequentazione dei nostri sentieri, ed appare sempre più evidente la gravità di una simile restrizione, nella misura in cui comprende l’escursionismo, il trekking, le attività outdoor in generale: da una parte, essa ha scarsa rilevanza agli effetti di contenimento della PSA, dall’altra, al contrario, gli effetti che ne derivano sono estremamente pesanti in termini di ricadute negative sull’economia locale.

Ricordiamoci che la nostra valle, la val Borbera, si sta avviando a diventare un vero e proprio punto di riferimento per gli appassionati di escursionismo e trekking a vari livelli, grazie a iniziative che hanno visto l’impegno di tante persone: dal “Cammino dei ribelli” (percorso da oltre 300 camminatori    in un anno), alla rassegna “Una valle in cammino” (svolta la scorsa estate con grande successo, è ora in preparazione la seconda edizione), alla fitta rete sentieristica curata dal CAI, alla “Via del mare” che dallo spartiacque tra Curone e Staffora prosegue lungo i crinali valborberini, alle iniziative promosse da realtà quali Borberambiente e l’Ente Aree Protette dell’Appennino Piemontese, alle escursioni sui Sentieri della Libertà, a molte altre iniziative locali che offrono a tante persone l’opportunità di vivere a contatto con la natura, esigenza oggi ancor più sentita dopo il drammatico periodo della pandemia.

Considerazioni analoghe valgono anche per le valli Curone e Grue, e per le iniziative che in esse si sono sviluppate (dai “Cammini” storici, come il “Cammino di San Michele”, agli itinerari a tema). Perciò questa lettera è indirizzata anche agli amministratori della valli vicine.
Ai divieti in quanto tali si sta aggiungendo una comunicazione massmediatica e/o istituzionale spesso disattenta, che rischia di danneggiare l’immagine del territorio nel suo insieme (ci riferiamo ad esempio a cartelli apposti recentemente in vari comuni nei quali non ci si cura di specificare che la peste suina non presenta alcun rischio per l’uomo).

Lo abbiamo già detto prima d’ora a chiare lettere e in modo propositivo: il mondo collegato all’escursionismo è disposto ad adottare tutte le misure che possano scongiurare l’eventuale possibilità di farsi vettori del virus, ma non possiamo accettare una proibizione così drastica, applicata senza tener conto di quanto sopra affermato.

Avvertiamo l’esigenza di una forte presa di parola, in tempi brevi e in modi netti, da parte delle istituzioni locali più vicine ai territori: chiediamo perciò ai Sindaci di farsi latori delle nostre istanze e del grave disagio che abitanti, frequentatori e operatori turistici, culturali, economici stanno subendo, disagio che presto si potrebbe tradurre in serio danno economico che andrebbe ad aggiungersi agli effetti dei lockdown pandemici di cui si è avuta recente esperienza.

La nostra richiesta ai rappresentanti più diretti delle comunità locali è di agire al più presto, facendo pressione e sollecitando i decisori per ottenere che le restrizioni di cui abbiamo detto subiscano le modifiche necessarie a consentire – nel rigoroso rispetto di tutte quelle precauzioni e cautele che si riterrà opportuno indicare – un ritorno quanto prima alla libera fruizione del territorio naturale.

Comitato per il territorio delle Quattro ProvinceBorberambienteIl cammino dei ribelliAssociazione Albergatori e Ristoratori Val Borbera e Valle Spinti

Divieto di frequentazione dei boschi e dei sentieri a causa della peste suina: un provvedimento inaccettabile.

Lo scorso 13 gennaio il ministro della Salute e il ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, nell’ambito delle misure disposte per contrastare la diffusione della peste suina africana che ha colpito diversi esemplari di cinghiali, hanno individuato con una ordinanza una zona che, oltre a diversi comuni della Liguria, comprende 78 comuni del basso Piemonte (tra di essi i territori della val Borbera e della val Curone, della val Lemme e dell’Alto Monferrato Ovadese), zona nella quale, per una durata di sei mesi, è stato stabilito un divieto assoluto non solo per l’attività venatoria, ma anche per “la raccolta dei funghi e dei tartufi, la pesca, il trekking, il mountain biking e le altre attività che, prevedendo l’interazione diretta o indiretta con i cinghiali infetti o potenzialmente infetti, comportino un rischio per la diffusione della malattia. “.

Andare nei boschi e frequentare la natura per gli esseri umani è di vitale importanza. Non si parla di “sola” ricreazione, soprattutto in questo momento storico caratterizzato da restrizioni e obblighi che già gravano in maniera importante sulle nostre vite. E, per quanto riguarda l’attività di escursionismo, in aggiunta all’ingente danno per gli operatori dei settori interessati dalle attività all’aperto, l’ordinanza impedisce del tutto, e per un periodo di tempo lunghissimo, la fruizione degli ambienti naturali ad una intera popolazione che, specie in questi tempi di pandemia e restrizione, trova proprio nella frequentazione dell’ambiente naturale non solo il giusto sfogo ai disagi psico-fisci, ma anche un efficace modo per salvaguardarsi  dalla forte contagiosità della nuova variante Covid. Molte persone che vengono da fuori, soprattutto nei weekend, scelgono la Val Borbera e le valli appenniniche come destinazione ideale proprio perché sanno di poter trovare un territorio di pace e tranquillità, di autenticità, di elevata naturalità, utile anche per ritrovare benessere ed equilibrio. 

Ricordiamo che la peste suina non è dannosa né per l’uomo né per altri animali domestici o selvatici. La criticità di questa forma epidemica non è dunque prioritariamente legata, come nel caso del Covid, a motivi di salute pubblica (il che potrebbe in qualche misura giustificare un approccio simile a quello di cui parliamo): deriva piuttosto dal rischio che il propagarsi della malattia comprometta in modo grave una importante filiera economica (con tutte le implicazioni in termini occupazionali ecc.), quella suinicola. Interessi sicuramente da tutelare ma intervenendo prioritariamente sulla popolazione di cinghiali  (unica al momento ad essere infetta nonché certo veicolo), sulla prevenzione e controllo negli allevamenti domestici e nella filiera, per impedire che il virus si diffonda in questi ambiti.

Chi cammina o va in bici lo fa seguendo sentieri prestabiliti, non gira nei boschi senza un criterio. La possibilità che questa forma di presenza umana determini l’allontanamento o lo spostamento di gruppi di animali selvatici (elevatissima invece nella pratica venatoria della braccata) è quindi piuttosto remota. La frequentazione umana degli ambienti naturali è una parte minoritaria del problema rispetto alla veicolazione dovuta ad altre specie selvatiche (anche le zecche possono trasmettere il virus) e il blocco nei modi previsti dall’ordinanza ministeriale avrebbe dunque effetti ben poco rilevanti sulla salvaguardia degli interessi della filiera dell’allevamento suino. Per contro, la chiusura delle attività di tipo escursionistico avrebbe conseguenze estremamente gravi, se non fatali, per un’altra filiera economica (non paragonabile forse dal punto di vista del giro di affari, ma di vitale importanza per i territori interni). Nei nostri territori appenninici, intere economie vivono in gran parte grazie alla pratica dell’escursionismo e del trekking, e sono già in estrema difficoltà a causa del Covid.

Considerato tutto ciò, l’interdizione disposta nei modi perentori ed assoluti espressi dall’ordinanza non è accettabile, e deve essere urgentemente rimodulata. Si adottino tutte le misure precauzionali necessarie (sanificazione delle suole, evitare di uscire dai sentieri segnati per non trovarsi in trottoi o insogli ecc.), ma non si vietino boschi e sentieri, la frequentazione dei quali da parte degli escursionisti potrebbe per altro contribuire ad arginare il fenomeno con la segnalazione tempestiva al personale addetto dell’eventuale presenza di carcasse.

Cammino dei Ribelli – ComitatoTerritorio Quattro Province -Paradiso Val Borbera   

ANPI Valborbera Sezione Pinan – Associazione Albergatori e Ristoratori Val Borbera e Valle Spinti – Associazione Culturale Roba de Streije – Associazione Fondiaria Terre del Bossola – Associazione Il paese degli spaventapasseri di Vendersi – Associazione Ricreativa Culturale Cosola – BorberAmbiente – Boscopiano – Circolo Acli di Rocchetta Ligure – Circolo Acli di Vigo – Comitato Spontaneo di Bosio – Consorzio Miglioramento pascoli Cosola – Oro in Natura – Progetto Ambiente – Pro Loco Albera Ligure – Pro Loco Cabella Ligure – Pro Loco Cosola – Pro Loco Persi – Pro Loco Roccaforte Ligure – Pro Loco Rocchetta Ligure – Pro Loco Mongiardino Ligure -La Strada del Sale (Mercato biologico di Volpedo) – Valborbera NaturalMente

Caccia in Piemonte: modifiche illogiche che complicano un quadro già critico

Le modifiche alla legge regionale piemontese sulla caccia aggravano ulteriormente le criticità della pratica venatoria anche sul territorio appenninico.

Meritano un giudizio del tutto negativo le recenti modifiche che, con gli articoli dal 16 al 27 della recente L.R. 15/2020, sono state apportate alla legge regionale piemontese sulla caccia (L.R. 5/2018).
Introdotte all’interno in un provvedimento (definito “Omnibus”) collegato al decreto “Riparti Piemonte” (dal che si deduce che, secondo la Giunta, la ripartenza della Regione nel dopo – Covid dipende anche dalla caccia), esse sono obiettivamente destinate ad aggravare un quadro già critico, quello dell’attività venatoria, che ogni anno causa numerose vittime, mette a repentaglio la sicurezza delle persone e sottrae per mesi alla fruizione comune spazi naturali sempre più vasti (con le braccate, ad esempio – erroneamente chiamate “battute” – interi versanti di montagne sono “chiusi” per intere giornate alla fruizione pubblica; coloro che vi si trovassero per diporto o altre attività – escursionismo, raccolta funghi, semplici passeggiate in famiglia – sono esposti a seri rischi. L’impatto sulla fauna selvatica non si limita poi alla sola specie cacciata ma è generalizzato). Continua a leggere “Caccia in Piemonte: modifiche illogiche che complicano un quadro già critico”

avanti con il Parco Naturale dell’alta val Borbera

carmo
monte Carmo

Tra le tante associazioni che fin dall’inizio hanno sostenuto, in maniera propositiva e partecipata, il percorso che ha condotto alla costituzione del Parco Naturale dell’Alta Val Borbera, fortemente voluto dall’amministrazione comunale di Carrega Ligure, ci siamo anche noi, il Comitato per il territorio delle Quattro Province. E noi restiamo convinti che la scelta di affidare tutte le Aree Protette presenti nell’Appennino piemontese ad un unico gestore sia stato un primo successo, ma deve essere il punto di partenza a cui far seguire atti concreti per creare un rapporto efficace e di fiducia con tutti i cittadini che nel Parco hanno creduto. Continua a leggere “avanti con il Parco Naturale dell’alta val Borbera”

Sisola, il 28 aprile torna la “Fiera di primavera”

In Val Borbera, tra le antiche tradizioni di civiltà contadina, spiccava la “Fiera di primavera”, più che una semplice fiera, una vera e propria festa che ogni anno nel mese di aprile si svolgeva a Sisola, frazione del comune di Rocchetta. Tradizione che si era perduta per oltre trent’anni, fino a quando, nel 2005, un gruppo di abitanti l’ha rispolverata, definendola “Un tentativo per contribuire in qualche modo alla tutela e alla valorizzazione delle risorse di questo territorio, per il momento ancora incontaminato”. Da allora la festa è stata riproposta ogni anno, seguita, il 1 maggio, dalla passeggiata lungo “I sentieri della Natura e della Libertà”.