osservazioni al progetto “eolico monte Giarolo”: qualche suggerimento

grazie ad Adriano Giraudo per la messa a disposizione della foto

Entro il prossimo 22 luglio tutti i cittadini possono inviare al ministero dell’ambiente (MASE è la sigla) le proprie osservazioni per chiedere che il governo, cui spetta giudicare se l’impianto eolico industriale “monte Giarolo” è compatibile con l’ambiente, pronunci un “no” chiaro e netto.

Qui di seguito trovate la sintesi di alcuni dei molti argomenti che, secondo noi, dovrebbero indurre il ministero a esprimere questo “no”. Sarebbe importante inviare molte osservazioni, anche se brevi, sia riferite ai punti trattati in questo post, sia su moltissimi altri aspetti. Noi siamo disponibili a dare una mano a tutti per scrivere le osservazioni e per presentarle – si può farlo in diversi modi (lo spieghiamo in calce a questo messaggio). Contattateci per email scrivendo a comitato@appennino4p.it oppure tramite i social.

vincolo regionale – sui monti prescelti per il progetto una norma del Piano paesaggistico del Piemonte vieta di realizzare impianti eolici in un intorno di 50 metri dalla linea di crinale. Un vincolo che il progetto non rispetta: se si parla di un impianto, logica vuole che si considerino tutte le parti delle macchine che lo compongono. Le torri di sostegno delle macchine sarebbero tutte situate poco oltre il limite di 50 metri ma, misurando gli spazi occupati dalle tre pale (ciascuna lunga 80 metri) che azionano ogni generatore, le venti macchine sconfinano nell’area vietata. I progettisti ne sono ben consci, tanto che prevedono di imporre sui terreni sovrastati dalle pale la cosiddetta “servitù di sorvolo”.

dissesto idrogeologico – un decreto ministeriale (il DM 10 settembre 2010) fissa le linee guida statali per il corretto inserimento degli impianti eolici nel territorio. Quando la collocazione delle torri è prevista in prossimità di aree caratterizzate da dissesto e/o da rischio idrogeologico – ed è esattamente il caso del progetto monte Giarolo – le linee guida chiedono di valutare attentamente questa scelta, che deve perciò essere motivata in modo adeguato. Per l’impianto “monte Giarolo” i progettisti hanno compiuto solo alcuni tipi di verifica strumentale, scrivendo che altri (necessari e importanti) accertamenti e studi di dettaglio saranno svolti in seguito, in tempi non precisati, in quanto “sia dettati dalla necessità di ottenere tutti gli indispensabili permessi amministrativi (e non solo) sia alla complessità esecutiva delle indagini”. Giustificazioni non accettabili, poichè in questo modo non è possibile esaminare correttamente e a fondo una questione basilare per gli impatti sull’ambiente.

viabilità e stradone sui crinali – secondo le linee guida statali è consigliabile che le dimensioni delle componenti dell’impianto e dei mezzi di trasporto siano tali da consentire l’accesso al cantiere con interventi minimali sulla viabilità esistente. Nel caso del progetto monte Giarolo, poichè la scelta è caduta su aerogeneratori tra i più grandi mai installati in Italia, sono previsti ben 220 trasporti eccezionali per una distanza di 200 km attraverso 68 comuni, con il successivo trasbordo di ciascuno dei carichi tramite una grande gru per valicare un torrente negli angusti spazi del centro abitato di San Sebastiano Curone (di fronte al distretto sanitario e ad una casa di riposo, quindi con potenziali pesanti ripercussioni su servizi essenziali, nonostante improbabili ipotesi di itinerari alternativi). E, ancora, il progetto prevede la creazione sui crinali di un tracciato camionabile largo 6/7 metri e lungo 23 km, che stravolgerebbe una serie di piste forestali e di sentieri e richiederebbe di realizzare ex novo almeno 6 km di questa strada, di cui 1,8 km all’interno di un sito Natura 2000.

ventosità e stima della produzione di energia – il sacrificio dell’ambiente derivante dalla creazione di un impianto industriale come quello denominato “monte Giarolo” dovrebbe trovare contropartita in una adeguata produzione di energia generata dal vento, perciò la corretta misurazione e acquisizione dei dati anemometrici è fondamentale. Per l’impianto monte Giarolo sono stati prodotti dei calcoli la cui qualità è del tutto insufficiente, in quanto, nonostante debbano giustificare la costruzione del più grande impianto eolico mai realizzato nel nord Italia, non seguono gli standard internazionali. Questi ultimi prevedono che i dati del vento impiegati per i calcoli di producibilità siano rilevati a 2/3 dell’altezza prevista per il mozzo delle turbine (quindi a 80 metri, dato che il mozzo, nel nostro caso, si troverebbe a 120 metri). Per il progetto “monte Giarolo” si sono prodotti calcoli desunti da rilevazioni compiute con un anemometro alto solamente 15/20 metri. I proponenti affermano che, per ottenere dati migliori (e, dunque, rifare i calcoli) “sono state installate 3 stazioni fisse di altezza 40 metri nella prima metà del mese di luglio 2023“ (stazioni queste di fatto ancora “fuori standard” rispetto all’altezza delle misurazioni), e promettono anche che “sul Monte Giarolo, appena le condizioni di accessibilità in sicurezza lo consentano, l’antenna da 40 metri sarà sostituita con torre a traliccio strallata alta 80 metri”. I (futuribili) dati ricavati a 80 metri potrebbero però essere utilizzabili solo per quattro delle venti “torri” in progetto, se si seguono gli standard internazionali. Questi, per una zona con orografia ad elevata rugosità quale è quella considerata, considerano attendibili con sufficiente approssimazione solo le misurazioni effettuate con un anemometro situato in un raggio di non più di 2 km dalla collocazione di ciascuna macchina.

aspetti naturalistici – l’impatto diretto ed indiretto dell’impianto eolico sugli ecosistemi e sulla biodiversità dei crinali sarebbe altissimo. Esso riguarderebbe aree ad elevata naturalità, al centro di progetti di valorizzazione turistico-naturalistica assolutamente incompatibili con la presenza di strutture artificiali di tali dimensioni. Per quanto riguarda la fauna, si verificherebbe una frammentazione degli habitat e il conseguente isolamento delle popolazioni con elevatissimo impatto su molte specie animali anche di interesse comunitario. In particolare si avrebbero impatti diretti sull’avifauna e i chirotteri. Sia in fase di cantiere sia di esercizio dell’impianto in questione si verificherebbero fenomeni di disturbo sulle biocenosi in generale e per la distruzione di habitat. A fronte di impatti di tale rilevanza appaiono del tutto risibili le mitigazioni proposte; di fatto non è assolutamente possibile mitigare la realizzazione e la presenza di un impianto industriale di tali dimensioni all’interno di un contesto naturale ad elevata valenza di biodiversità.

È possibile inviare osservazioni, alternativamente

a) inserendole nel sistema direttamente con un computer, se si dispone dello SPID o della carta di identità elettronica (CIE) e si è in grado di utilizzare questi strumenti per accedere al sito del ministero. Si parte dalla pagina che contiene le informazioni generali sul progetto, al link https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Info/9514 si clicca sul simbolo della busta a fianco della frase “Scadenza presentazione osservazioni: 22/07/2024” e si seguono le istruzioni che si possono leggere in questo file. Per provare a chiarire alcuni passaggi delle istruzioni fornite dal ministero, rispetto a come “individuare” il progetto che ci interessa, abbiamo realizzato alcune diapositive, che trovate a questo link.

b) compilando, con il pc o a mano, il modulo cartaceo che è possibile scaricare al link https://va.mite.gov.it/File/DocumentoPortale/117 . Occorre firmarlo, allegare la copia di un documento d’identità e spedirlo al MASE (dopo aver scansionato il tutto, se per spedirlo, come è preferibile, si utilizza una casella PEC)

“aree idonee”: amministratori regionali, adesso tocca a voi

Entro pochi mesi tutte le regioni dovranno applicare il decreto “aree idonee”.

Per la salvaguardia del territorio, vi chiediamo di essere coerenti con le posizioni di contrarietà che avete fin qui espresso circa l’impianto eolico monte Giarolo.

Più volte, da ultimo lo scorso 3 giugno, ci siamo occupati del decreto delegato con cui il ministero dell’ambiente deve stabilire “principi e criteri omogenei per l’individuazione da parte delle Regioni delle superfici e delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili. Ora il Corriere della sera ci informa che il ministro Pichetto Fratin ha firmato il testo definitivo che entrerà in vigore una volta pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.

Ciascuna regione avrà poi 180 giorni per adeguare le norme regionali alle linee guida stabilite dal ministero. Le scelte che dovrà compiere la Regione Piemonte (ma anche le regioni Lombardia, Emilia e Liguria) saranno importanti anche per la sorte del progetto di impianto eolico industriale “monte Giarolo” e di altri simili che dovessero essere proposti in futuro.

Premessa: esistono due decreti (risalenti al 1968 per l’alta valle Staffora, e al 1986 per le alte valli Borbera e Curone) che pongono un vincolo paesaggistico sui nostri crinali e su gran parte dei versanti (vincolo confermato dal D.Lgs. 42/2004, il Codice dei beni culturali e del paesaggio).

Il decreto “aree idonee” stabilisce che “POSSONO essere considerate non idonee le superfici e le aree che sono ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.“.

A maggio, una precedente bozza, che noi avevamo commentato ai primi di giugno, stabiliva invece che le aree in questione erano da considerarsi inidonee tout court , ma aggiungeva che le nuove regole non si sarebbero applicate alle procedure già in corso (come quella dell’impianto eolico industriale monte Giarolo). Nella versione definitiva del decreto le aree tutelate ex D.Lgs. 42/2004 non sono più escluse a priori dalle aree idonee: passa alle regioni la scelta se qualificarle o meno come “non idonee” (e, altresì, la scelta se stabilire, in aggiunta alla qualifica di “non idonee”, una “fascia di rispetto dal perimetro dei beni sottoposti a tutela fino a un massimo di 7 chilometri“).

Per contro, non si dice più che i procedimenti già in corso saranno esclusi dall’applicazione delle nuove regole, quindi le scelte normative che verranno compiute saranno determinanti anche per scongiurare la minaccia di questo impianto industriale che il territorio non vuole e i cui effetti nefasti sull’ambiente e l’economia locale abbiamo più volte ribadito.

Questo il quadro. Noi ci appelliamo ai consiglieri e agli assessori regionali perché, negli atti che dovranno elaborare e approvare, recepiscano le molte e importanti ragioni che inducono a considerare “non idonee” le porzioni di territorio vincolate in base alle disposizioni del D.Lgs. 42/2004, tra le quali rientrano i crinali interessati dal progetto “monte Giarolo”.

In particolare ci rivolgiamo a quegli esponenti politici che in questi mesi si sono pubblicamente e decisamente espressi per la contrarietà al progetto di impianto eolico monte Giarolo, dichiarando tuttavia, in talune occasioni, di avere le mani legate. A questo punto, invece, proprio le scelte degli amministratori regionali potrebbero preservare definitivamente i nostri crinali da queste forme di speculazione energetica che nulla hanno a che fare con una reale transizione ecologica. Consentendo inoltre il prosieguo di quei progetti che in questi ultimi anni tanto hanno investito per la valorizzazione e la salvaguardia del territorio montano e delle sue eccellenze ambientali, paesaggistiche, economiche, turistiche e culturali.

Chiediamo quindi ai nostri amministratori di essere coerenti con le posizioni di contrarietà all’impianto eolico monte Giarolo assunte precedentemente e di farsi portatori della volontà di un territorio che non vuole essere snaturato e devastato, perdendo per sempre i suoi pregi e valori caratterizzanti.

E nuovamente ci rivolgiamo anche ai sindaci, perché si uniscano anche a questo nostro appello, con dichiarazioni e prese di posizione forti ed incisive.

per una mobilitazione collettiva e consapevole sul progetto di impianto eolico, il nostro appello alle amministrazioni

lavori per il parco eolico Magoula 2, in Macedonia, (6 aerogeneratori Vestas V150 da 4,5 MW)

Preoccupazione unita all’urgenza, i motivi che ci inducono a rivolgere l’appello e le sollecitazioni espressi nella lettera aperta che pubblichiamo qui di seguito, già recapitata ai destinatari. Il 22 luglio si chiuderà la finestra di tempo entro la quale tutti possono inviare al ministero le proprie osservazioni (e intanto, vi segnaliamo la pagina sul sito del ministero in cui si possono leggere le istruzioni e scaricare il modulo. il link è https://va.mite.gov.it/it-IT/ps/Procedure/InvioOsservazioni).

ai signori sindaci dei comuni più coinvolti dal progetto – ai signori presidenti delle Unioni montane Terre Alte, Borbera e Spinti, Valli Curone Grue Ossona – al signor presidente della Comunità montana Oltrepò pavese – al signor presidente della provincia di Alessandria

Dallo scorso 23 maggio, sul sito del Ministero dell’Ambiente, nell’ambito della procedura di valutazione ambientale del progetto di impianto eolico industriale “monte Giarolo”, sono consultabili le integrazioni documentali e le note di replica alle richieste in tal senso formulate dai vari enti (per farvi fronte il proponente aveva chiesto ed ottenuto una sospensiva di 90 giorni dei termini di legge). Poiché il 23 maggio è stato anche pubblicato sul sito ministeriale l’avviso al pubblico, si è aperta la finestra di 60 giorni (con scadenza il 22 luglio) durante la quale tutti gli interessati (amministrazioni, associazioni, cittadini) potranno far pervenire al ministero le loro osservazioni.

Cresce la preoccupazione: le dichiarazioni di contrarietà al progetto provenienti non solo della totalità delle espressioni della società civile ma anche dai vari livelli delle istituzioni territoriali – Comuni, Unioni, Provincia, consiglieri regionali di vario orientamento – finora non sono servite a far desistere il proponente da un progetto di enorme e irreversibile impatto ambientale, elaborato senza curarsi di instaurare un qualsivoglia contatto con il territorio e i suoi rappresentanti.

Prassi questa ormai generalizzata in tutta Italia, in stridente contrasto con la protesta, sempre più diffusa e determinata, dei territori colpiti da simili forme di speculazione energetica. Essa, oltre a minacciare l’integrità degli ambienti naturali e delle economie che ruotano intorno ad essi, si configura come una sorgente di ingiustizia sociale: il nostro territorio appenninico, se mai sarà realizzato il progetto “monte Giarolo”, definito “parco eolico”, ma in realtà un gigantesco impianto industriale (di cui sono ormai conoscibili i principali dettagli progettuali, cfr ad esempio i link qui riportati in calce al nostro appello), dovrà subire non solo un enorme danno ambientale ed economico, ma anche un vulnus democratico, una gravissima prevaricazione delle prerogative decisionali di chi vi abita, vive e lavora, un aspetto che solo superficialità, scarsa informazione o malafede possono liquidare semplicisticamente come sindrome “nimby”.

L’inderogabile necessità di tutelare i territori montani interessati dal progetto è stata appena confermata nella versione definitiva di un decreto ministeriale lungamente atteso, quello che tra pochi giorni fornirà alle regioni le linee guida per definire le aree idonee: all’art. 7 si legge che “sono considerate non idonee le superfici e le aree che sono ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42”, aree come l’alto appennino delle valli Borbera e Curone, tutelato dal 1986 dal cosiddetto “decreto Galasso” o l’oltrepò montano, tutelato da analogo provvedimento risalente al 1968. Purtroppo questa norma potrà applicarsi solo ai futuri progetti, perché sono fatte salve le procedure già in corso.

Per le modalità con cui sono proposti e per le loro intrinseche caratteristiche, progetti come l’impianto eolico “monte Giarolo” contraddicono i proclamati intenti dei promotori di perseguire in tal modo la riduzione delle emissioni di CO2, e rappresentano invece un obiettivo freno al necessario sviluppo partecipato e sostenibile delle energie rinnovabili .

Gli abitanti delle valli Borbera e Curone, gli operatori economici, albergatori, allevatori, agricoltori, produttori di prodotti di pregio e di valore identitario; le associazioni culturali, ambientali, naturalistiche, i numerosissimi escursionisti che percorrono la Via del Sale, il Cammino di San Michele, il Cammino Piemonte Sud e la vasta rete sentieristica che rappresenta un richiamo sicuro e in espansione costante; tutti questi e altri soggetti che sui pregi naturalistici e sui valori storici e culturali di questo territorio hanno investito economicamente e affettivamente, stanno vivendo con grande angoscia questo momento, in cui si corre il rischio di compromettere definitivamente un mondo di valori collettivi a vantaggio degli interessi speculativi di soggetti privati.

Appello

Si tratta di questioni serie e urgenti: perciò proponiamo questo pubblico appello, rivolto ai rappresentanti istituzionali di tutti i livelli che in questi mesi hanno espresso, con dichiarazioni ufficiali, sui media e negli incontri organizzati dal Comitato per il territorio delle Quattro Province, a San Sebastiano Curone e Cabella Ligure, una netta e inequivocabile contrarietà al progetto in questione.

Pochi mesi fa, a Pitigliano, nella Maremma toscana, per dire “no” ad un impianto eolico il comune si è unito alla popolazione, favorendo e supportando la stesura, la raccolta e l’inoltro di osservazioni formulate da oltre 500 singoli cittadini, ciascuna delle quali, a riprova di una mobilitazione collettiva e consapevole, è stata poi presentata al MASE e protocollata dal ministero (vedi in nota).

Chiediamo ai nostri amministratori di ispirarsi a questo esempio, e comunque di attivarsi con forza e decisione per mostrare in modo ancor più chiaro e plastico la loro posizione.

Oltre a elaborare e depositare le osservazioni al progetto (svolgendo i necessari approfondimenti su tutte le tematiche coinvolte, a partire dalla verifica del rispetto dei vincoli esistenti – in proposito a nome del nostro Comitato abbiamo appena inviato al ministero una nota concernente gli aspetti giuridici, che auspichiamo siano approfonditi anche dagli enti locali e dalla regione Piemonte, della cruciale questione del vincolo nell’intorno di 50 metri dai crinali, nota già pubblicata sul sito del MASE, visibile al link https://va.mite.gov.it/File/Documento/1077011 ) , perchè non recarsi anche presso il Ministero, in numerosa e determinata delegazione, indossando le fasce tricolori, insieme a quei rappresentanti della società civile che vorranno e potranno prendervi parte, per ribadire le ragioni della contrarietà a un progetto che avrebbe, come si è detto, conseguenze gravissime e irreparabili per il nostro territorio ?

Non è più possibile indugiare, occorre che la voce della politica si faccia sentire con la massima forza, traducendo in azioni e iniziative concrete le dichiarazioni di contrarietà fino ad oggi espresse.

Fiduciosi che questo nostro appello non cadrà nel vuoto, porgiamo i più distinti saluti.

Comitato per il territorio delle Quattro Province

NOTA: sulla pagina facebook “Comune di Pitigliano” si specificava come il comune abbia operato: “Per offrire supporto tecnico a chi voglia presentare osservazioni l’Amministrazione comunale ha messo a disposizione l’ufficio tecnico … Contestualmente sono stati messi a disposizione i locali della biblioteca comunale per offrire supporto amministrativo ai fini del caricamento dell’istanza sul portale del ministero, per tutti coloro che avessero difficoltà in questo senso. Il comitato Maremma Attiva si sta organizzando per garantire un orario di apertura e lo comunicheranno nelle prossime ore.”.

eolico “Giarolo”: anche a Cabella Ligure, per una diversa idea di territorio, ribadite le buone ragioni del “no”

Pubblico numeroso e interessato anche al secondo incontro, promosso dal nostro Comitato per approfondire e discutere la questione del progetto di impianto eolico industriale sui nostri monti. Di seguito, per ciascuno dei molti interventi, i link al corrispondente filmato, con il titolo e un brevissimo resoconto sul contenuto.

Saluti istituzionali da parte del sindaco di Cabella Ligure, dott.ssa Roberta Daglio, e del sindaco di Borghetto di Borbera e presidente della provincia di Alessandria, Enrico Bussalino

Introduzione, svolta da Michela Ballerini, per conto del Comitato, che ha anche aggiornato sugli ultimi sviluppi

relazione di Laura Gola sugli aspetti naturalistici

relazione di Irene Zembo sugli aspetti geologici

relazione di Beppi Raggi sul contenuto del progetto

la posizione dell’Ente gestore della ZPS : Paolo Ferrari, per conto del Comitato, riferisce dei contatti intercorsi tra il Comitato e l’ente gestore della ZPS “Ebro Chiappo”, sito direttamente interferita dal progetto di impianto eolico Monte Giarolo [NDR: nel precedente incontro di San Sebastiano Curone, uno dei consiglieri dell’ente gestore, Giacomo Briata, aveva espresso netta contrarietà al progetto]

attenzione alla questione delle frane, già grave oggi : un cittadino chiede di porre attenzione agli aspetti geologici. Già oggi abbiamo esempi di come gli eventi franosi influiscano in modo molto negativo su molti aspetti della vita sociale ed economica del territorio interessato dal progetto

Giungato (CAI): i politici siano compatti dell’opporsi : Ezio Giungato del CAI di Tortona chiede che i poltici facciano sentire in modo efficace e unitario la loro voce contraria al progetto di impianto eolico Monte Giarolo

la questione delle “aree idonee” : un cittadino di Vendersi (val Borbera) si chiede come mai la politica non individui nelle aree appositi per questi impianti. Enrico Bussalino, presidente della provincia è molto critico sul fatto che vi sia dichiarazione di pubblica utilità ex lege per tutto quanto si riferisce alle rinnovabili, più in generale sostiene che attuata in questo modo ls conversione energetica è assurda. Beppi Raggi interviene per spiegare a che punto è l’iter che porterà il governo a far avere alle regioni le “linee guida” per idenitificare le “aree idonee”.

breve intervento di Vittore Cosola – cittadino di Borghetto di Borbera, che richiama la propria esperienza nel 2011, di potenziale “espropriato” per consentire il transito degli aerogeneratori, riferita a un precedente progetto di impiantistica sugli stessi crinali, poi bocciato.

Caprile: il no delle amministrazioni – Ferrari: manifestare a Roma ? – Vincenzo Caprile, presidente dell’Unione Montana Terre Alte, che comprende 17 comuni, ricorda l’unanime contrarietà ad un progetto che è incompatibile con la Strategia d’Area in ambito SNAI (aree interne, con ingenti finanziamenti pubblici), recentemente approvata da tutti i comuni dell’ex comunità montana. documento che punta sulla tutela e la valorizzazione dell’ambiente. Paolo Ferrari, per il Comitato, suggerisce agli amministratori di valutare se sia possibile manifestare plasticamente e fisicamente la propria oppsizione, a Roma, come già fatto per un progetto analogo da circa sessanta sindaci del centro Italia.

illusorio pensare a benefici economici per il territorio : Lorenzo Sacchi, con casa a Gremiasco (val Curone) segnala l’importanza di affrontare la questione sotto l’aspetto economico. Un progetto costoso, con cifre di tale entità che potrebbero anche scoraggiare i proponenti, e nessuna realistica ricaduta economica sul territorio

Carucci: il territorio una vocazione ce l’ha, tuteliamola : Maurizio Carucci, agricoltore di Figino (val Borbera), ricorda che, se la val Borbera non è vocata per impianti industriali, ha invece ormai una vocazione per l’agricoltura sostenibile e il turismo lento, comprovata da tante realtà già esistenti. E questa vocazione deve essere rafforzata e tutelata dalle amministrazioni, che devono agire insieme.

Prandini: bene le rinnovabili ma sostenibili – Prandini (residente a Cabella): rinnovabili ma sostenibili. Ad esempio, in val Borbera si sta lavorando ad una comunità energetica rinnovabile.

Ferrari: esistono alternative – Gola: cos’è la “VINCA” : Paolo Ferrari, del Comitato, parla delle possibili tecnologie alternative e Laura Gola, biologa, spiega l’importanza fondamentale della “VINCA”, la valutazione di incidenza, che, per il progetto di impianto eolico Monte Giarolo, dovrebbe innanzitutto riferirsi alla ZPS “Ebro-Chiappo.

Gavazza: la posizione del CAI a livello nazionale : Grazia Gavazza (presidente della commissione tutela ambiente montano del CAI Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria) illustra la posizione della sua associazione come espressa in omdo approfondito e articolato in diversi documenti. se ne conclude, nel caso di specie, per la contrarietà al progetto di impianto eolico.

il mini idroelettrico sulle condutture, una alternativa ? : Vittorio Demicheli, riferendosi a Cosola (val Borbera) parla della difficoltà di gestire i piccoli acquedotti rurali e di come sarebbe possibile sfruttare le condutture per piccoli impianti di autoproduzione di energia. Irene Zembo, geologa, aprrofondisce il tema, suggerendo cautela.

progetto incompatibile con le esigenze dei residenti anziani : una residente di San Sebastiano (val Curone) evidenzia i forti impatti sulla qualità di vita (salute e non solo) delle scelte progettuali viabilistiche (con cantieri di durata pluriennale per il trasporto dei macchinari e l’allestimento dell’impianto). Paolo Ferrari del Comitato chiosa denunciando anche il “Vulnus” democratico costituito dalla scelta dei proponenti di non dialogare con le amministrazioni.

ampliare il parco naturale Alta val Borbera : Paolo Biserni (CAI Tortona, tutela ambiente montano) propone di ampliare il parco naturale Alta val Borbera.

come ampliare le aree protette in valle – conclusione : Paolo Ferrari del Comitato e Laura Gola, biologa, approfondiscono il tema del possibile e auspicato ampliamento delle aree protette in val borbera e val Curone. Segue un breve intervento di chiusura del sindaco di Cabella, Roberta Daglio.

progetto eolico “monte Giarolo”: a che punto è la procedura di valutazione presso il ministero

a proposito dei 23 km di strada sui crinali inclusa nel “nostro progetto”, 2018: foto della costruzione della strada di servizio della “Middle Muir Windfarm” in Scozia – 15 turbine da 3,4 MW (le “nostre” sarebbero da 6,2 MW ) nella zona montuosa del South Lanarkshire

Ancora oggi sul portale della Direzione Valutazioni Ambientali del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica si legge che la procedura di valutazione è sospesa su richiesta del proponente. E proprio oggi abbiamo inviato una mail alla Direzione valutazioni ambientali del ministero (DVA) per chiedere chiarimenti. Da un successivo colloquio telefonico è emerso quanto segue:

  • come sappiamo, il 20 novembre 2023 la DVA ha comunicato l’esistenza della richiesta a una serie di enti locali, quelli che essa DVA considerava direttamente interessati dal progetto o che comunque considerava titolati a concedere le autorizzazioni necessarie. Nel contempo, ha reso consultabile sul portale la documentazione prodotta dal proponente ed ha invitato quegli stessi enti a valutarla e a richiedere eventuali integrazioni, entro 30 giorni dalla comunicazione, ossia entro il 20 dicembre 2023
  • in effetti, diversi enti hanno richiesto integrazioni e la DVA ha quindi chiesto al proponente di provvedere a depositarle
  • il proponente, esercitando una facoltà prevista dalle norme, ha richiesto una sospensione dei termini del procedimento autorizzativo per 90 giorni e la sospensione è stata concessa il 15 gennaio 2024
  • la DVA ha poi ricevuto i documenti integrativi, che il proponente ha depositato rispettando il termine previsto dalla legge
  • la DVA sta ora esaminando questi documenti, per stabilire quali siano le altre amministrazioni potenzialmente interessate dall’attuazione del progetto,
  • analogamente a quanto avvenuto a novembre 2023, la DVA invierà a tutte queste altre amministrazioni l’invito a esaminare l’intera documentazione di progetto, chiedendo di far pervenire alla DVA l’esito delle rispettive valutazioni con eventuali richieste di integrazioni. Analogo invito sarà reiterato alle amministrazioni già coinvolte a novembre 2023
  • la pubblicazione sul portale della documentazione integrativa ad oggi pervenuta, e, di conseguenza, la possibilità di visionarla, sarà contestuale all’inoltro degli inviti alle amministrazioni. Come tempistica, si prevede di stare entro un mese.

domenica 7 aprile sul monte Chiappo

Il Comitato per il territorio delle Quattro Province sarà presente alla manifestazione organizzata dal CAI. Intendiamo così ribadire la nostra ferma opposizione al devastante progetto di eolico industriale (20 aerogeneratori di oltre 200 metri di altezza) previsto sui crinali delle valli Borbera, Curone, Staffora. È importante partecipare numerosi per difendere l’integrità e la biodiversità dei nostri crinali. Nessuna transizione energetica è credibile e possibile se non tutela in primo luogo gli habitat, il paesaggio, la cultura, la storia e l’economia dei territori.

“il valzer delle betoniere”: breve verifica su alcuni dati esposti (sciattamente) nel progetto di parco eolico

Francia, gettata del basamento di un piccolo aerogeneratore, da http://www.groupe-tournier.com

11.700 (undicimilasettecento) transiti veicolari sono un numero enorme, e superiore di oltre dieci volte rispetto a 1.100 (millecento) transiti veicolari, mentre 36 (trentasei) mesi di durata del cantiere sono oltre cinque volte più lunghi di 7 (sette) mesi.

Le diverse amministrazioni che hanno chiesto integrazioni ai testi del progetto del parco eolico “monte Giarolo” sono state concordi nell’esprimere giudizi fortemente negativi sulla qualità degli elaborati fino ad oggi prodotti. A riprova, ecco cosa abbiamo “scoperto” prendendo spunto dalla mozione che lunedì 19 è stata approvata dal consiglio provinciale di Alessandria (riproposta anche in Regione Piemonte come “ordine del giorno”). Vi si legge tra l’altro. “Per l’approvvigionamento dei materiali di costruzione degli aerogeneratori sono previsti tra un minimo di 966 a un massimo di 1100 viaggi, durante i 7 mesi previsti per i lavori di installazione degli impianti“. Le fonti a cui hanno attinto gli autori della mozione e dell’ordine del giorno sono la “Sintesi non tecnica” consultabile a questo link e il “Quadro di riferimento progettuale“, consultabile a questo link, che riportano quegli stessi dati, rispettivamente a pagina 35 (“sintesi”) e a pagina 20 (“quadro”).

Qualche dubbio ci è sorto leggendo, rispettivamente alle pagine 34 e 35 (“sintesi”) e alle pagine 19 e 20 (“quadro”), una tabella riferita al numero di trasporti previsti che include “Strutture supporto pannelli – 65 viaggi ” e “Pannelli – 110 viaggi“. Con i “pannelli” si realizzano i “parchi” fotovoltaici, non gli impianti eolici ! A pagina 19 (“quadro) , poi, si legge “La zona di stoccaggio prevede il deposito momentaneo del materiale nel campo base posto alla base dell’area di intervento sulla zona dismessa della S.S. 28 bis, previa una programmazione d’uso del materiale just in time.“. Ma la s.s. 28 bis è la statale del colle di Nava, che dalla riviera ligure porta a Ceva. Le nostre valli non c’entrano nulla ! Cercando in rete, si scopre però che lo studio che ha redatto il “Quadro di riferimento progettuale” per il “nostro” impianto eolico aveva anche lavorato ad un progetto di “parco fotovoltaico” a Castelnuovo di Ceva …

“A pensar male si fa peccato”, con quel che segue. E’ troppo malizioso ipotizzare che le parti di testo da noi citate, riportate in ben due documenti, siano il frutto di un uso disinvolto del “copia e incolla” , senza poi prendersi neppure il fastidio di rileggere ciò che si è scritto ? Una sciatteria che, constatiamo, è già riuscita a creare confusione tra gli amministratori …

Certo, a cercar bene, i dati “veri” si trovano: la durata del cantiere (36 mesi) è esposta nel cronoprogramma, mentre i numeri dei trasporti (impressionanti) sono esposti in un altro dei tanti elaborati prodotti dalla società proponente, la “Relazione tecnica di cantierizzazione“. Eccoli

operazionen.ro viaggi
Allestimento cantiere30
Macchinari75
Gru cingolate25
Taglio piante70
Cippatura materiale di sfrido e erba60
Recinzione10
Misto naturale per sistemazione piste2.300
Calcestruzzo3.500
Cemento per la centrale di betonaggio600
Inerte1.800
Armatura per fondazioni110
Armatura per pali400
Armatura per micropali80
Malta per boiacca250
Casseri10
Turbine (veicoli eccezionali)220
Trasformatore4
Cavidotti250
Cls magro per cavidotti1.600
Materiale per terre armate90
Materiale elettrico30
Sistemazione antierosione50
Rimboschimento50
Disallestimento cantiere40
Rifiuti50
Totale11.704

Impressionanti i numeri ma anche i volumi. Riferiamoci ad esempio alla stima del fabbisogno di calcestruzzo per costruire le “basi” dei venti aerogeneratori (il “valzer delle betoniere”, per riprendere un’espressione coniata da Franco Arminio, un autore che ci è caro *). Nel computo metrico estimativo si prevede di impiegare 19.664 metri cubi di calcestruzzo in tutto (quindi 983 metri cubi per ciascun basamento). Ipotizzando di trasportarlo con betoniere di taglia media, capaci di portare 5,5 metri cubi di calcestruzzo per ogni viaggio, si deduce che servirebbero 3.575 viaggi, un dato che appunto coincide con quello riportato qui sopra nella tabella.

(*) “Io credo che sia arrivato il tempo di considerare l’Appennino come il luogo in cui si raccoglie la forza del passato e quella del nostro futuro. Dalla Liguria alla Calabria, adesso, è tutta una storia di frane e spopolamento, di vecchi dismessi e di scuole che chiudono, di paesi allungati, deformati dal valzer delle betoniere. Forse questo è il momento di invertire questa storia, di considerare che anche in un piccolo paese è possibile una grande vita.” Franco Arminio – 2010

13 gennaio: le ragioni di un “no” (all’eolico sul Giarolo) necessario per dare forza e prospettiva a tanti “sì”

Di seguito i link a oltre venti video con il resoconto integrale dell’iniziativa che si è tenuta sabato 13 gennaio a San Sebastiano Curone, organizzata dal “Comitato per il territorio delle Quattro Province”. Un incredibile successo di partecipazione, per una discussione appassionata e approfondita, a partire dal tema della conversione ecologica e ambientale, sulle prospettive del “vivere insieme” nel nostro territorio e nel mondo.

La discussione è stata introdotta da Michela Ballerini. Le tre relazioni sono state svolte da Laura Gola, biologa, da Irene Zembo, geologa e guida naturalistica e da Giuseppe Raggi (che, per il Comitato, ha illustrato e analizzato sotto diversi il progetto proposto da “15 Più Srl”).

Numerosi gli interventi dal pubblico, proposti secondo la successione temporale. con cui sono succeduti.

Danilo Bottiroli, dell’associazione Progetto Ambiente – Michele Pesci, ingegnere – Giovanni Bonato, cittadino – Maria Grazia Gavazza, responsabile per Piemonte Liguria e val d’Aosta della commissione tutela ambiente montano del Club Alpino Italiano – Fernando Folini, coordinatore scientifico dell’associazione Rinascenza – Enrico Bussalino, presidente della provincia di Alessandria – Vittoria Poggio, componente della giunta regionale piemontese come assessore al turismo, al commercio e alla cultura – Matteo Gualco, vice presidente della provincia di Alessandria – Ezio Giungato, presidente della sezione di Tortona del Club Alpino Italiano – Salvatore Ruggiero, professore associato all’università di Helsinki, con all’attivo importanti lavori sulle comunità dell’energia rinnovabile – Claudio Gazzaniga, del circolo PD di Rivanazzano – Davide Biolghini, esperto in materia ambientale – Davide Re, cittadino – Alessandro Verna, volontario protezione civile – Patrizio Dolcini, del circolo Legambiente Voghera Oltrepò – Mauro van Aken, antropologo, professore al Politecnico di Milano – Paolo Biserni, componente della commissione tutela ambiente montano del CAI Tortona – Vincenzo Caprile, sindaco di San Sebastiano Curone, comune e paese che ringraziamo per l’ospitalità offerta all’iniziativa, presidente dell’Unione montana “Terre Alte” e presidente del GAL Giarolo – Giacomo Briata, componente della giunta dell’ “Ente Aree Protette Appennino Piemontese” – Francesco Galanzino, imprenditore.

Ancora Michela Ballerini ha tratto le conclusioni, espondendo tre impegni assunti dal Comitato: continuare a seguire la vicenda delleolico sul Giarolo, lavorare a redigere un testo per un appello al ministro dell’ambiente e organizzare altri incontri quando saranno state depositate le integrazioni richieste ai proponenti.

Parco eolico: contro le speculazioni, territori uniti per una transizione energetica condivisa e comunitaria

La domanda decisiva è: come può risultare desiderabile una civiltà ecologicamente sostenibile? “Lentius, profundius, suavius”, al posto di “citius, altius, fortius” (Alex Langer)

In un comunicato, la posizione del comitato dopo aver letto le reazioni degli enti locali al nostro appello.

UN TERRITORIO UNITO CONTRO LE SPECULAZIONI ENERGETICHE CHE DEVASTANO L’AMBIENTE, IL PAESAGGIO E LA VITA DELLE COMUNITA’ LOCALI.
NETTA E UNANIME CONTRARIETA’ ALL’IMPIANTO EOLICO “MONTE GIAROLO”
È con grande soddisfazione che leggiamo della presa di posizione ufficiale di netta contrarietà al progetto di impianto eolico “Monte Giarolo” espressa dal presidente della Provincia di Alessandria Enrico Bussalino, a nome anche dei sindaci di tutti i comuni alessandrini interessati. Pressoché identica anche la posizione del sindaco di Santa Margherita di Staffora e del Presidente della Provincia di Pavia, Giovanni Palli.
Altrettanta soddisfazione nel constatare che le posizioni espresse in tale dichiarazione sono pressoché collimanti con quelle che anche noi, il Comitato per il Territorio delle Quattro Province, insieme a varie altre realtà associative dello stesso territorio, da tempo sosteniamo e diffondiamo.
Ci conforta il fatto che i rappresentanti dei cittadini e del territorio si siano espressi senza se e senza ma a favore dell’ambiente naturale, delle eccellenze ambientali, agricole, gastronomiche e culturali, dell’economia tradizionale, dei progetti di turismo lento e sostenibile, dell’escursionismo, della storia: in definitiva, a favore della possibilità stessa che questo territorio, così ricco di potenzialità, possa costruire il proprio futuro sulla base di una partecipazione popolare ampia e diffusa e della necessaria sinergia tra associazionismo, operatori economici, cittadini e istituzioni.
Modalità queste indispensabili per perseguire nei nostri territori – ma al di fuori e contro progetti devastanti e di dubbia efficacia – la transizione energetica, urgente e necessaria, a partire dal modello delle comunità energetiche rinnovabili, puntando sulle più innovative tecnologie di efficientamento e risparmio energetico e sul fotovoltaico ed eolico integrati all’esistente, senza impattare sulle risorse naturali la cui tutela costituisce il fondamento di ogni politica ambientale e di ogni scelta sociale ed economica sostenibile.
Auspichiamo pertanto che, in quello che potrebbe essere un processo ancora lungo, tutti i livelli di rappresentatività istituzionale e di partecipazione civile che sorreggono le comunità delle nostre valli conservino la loro unità di intenti inviando così all’ente cui spetterà la parola finale (ovvero il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica) un chiaro segnale di contrarietà a questo e consimili progetti futuri (già per due volte respinti in passato, 2005 e 2011).
Come Comitato per il Territorio delle Quattro Province non abbassiamo certo la guardia e continueremo il nostro lavoro di informazione e analisi dell’evolversi della situazione, cercando anche di capire quali saranno le mosse della nostra opacissima controparte.

Nel mese di gennaio intendiamo organizzare un incontro pubblico durante il quale, oltre ad aggiornare sul progetto in questione e sulle novità al proposito, ci sarà occasione per far conoscere meglio le bellezze naturalistiche dei nostri crinali, la loro storia ed economia tradizionali, la loro ricca biodiversità, i tanti progetti di fruizione consapevole del territorio, nella speranza che finalmente si comprenda quanto abbiamo di prezioso da proteggere e quanto dobbiamo ancora fare per tutelare e valorizzare al meglio le nostre valli.
Comitato per il territorio delle Quattro Province
13/12/2023