dal progetto di eolico industriale “Monte Giarolo” un impatto enorme: il nostro (primo) invito alle istituzioni

Da pochi giorni sul sito del ministero dell’ambiente si possono visionare i documenti relativi al progetto di parco eolico “Monte Giarolo”. Facendo clic sull’immagine, è possibile visulizzare il “layout”. In tutto, 20 aerogeneratori “Vestas 162”. Sulla dorsale “ovest” dell’impianto quattro pale dovrebbero essere piazzate tra il monte Giarolo e il passo di Brusamonica, una a ridosso del monte Panà, tre sul crinale secondario che si diparte dal monte Cosfrone verso la val Borbera. Sulla dorsale “est” ben dodici pale sul crinale tra monte Chiappo e monte Boglelio. Prevista una strada di collegamento tra i due versanti, da realizzare in gran parte ex novo attraverso un sito “Natura 2000”.

Qualche numero: ciascun aerogeneratore “Vestas 162” misura in altezza 209 metri (128 metri al mozzo su cui si imperniano tre pale, ciascuna lunga circa 80 metri), e comprende: a) diversi segmenti conici (i “conci” pesanti decine di tonnellate) la cui unione realizza il “palo” – b) la navicella (pesante 94 tonnellate) posta al vertice superiore del palo che contiene il generatore azionato dalle pale (ciascuna pala pesa 21,5 tonnellate). Per portare il tutto sul luogo di assemblaggio occorrono 11 trasporti eccezionali per ogni macchina, quindi ne serviranno 220 (11 per 20) per completare l’impianto. Per collocare e montare nei venti siti prescelti queste componenti e per farvi giungere le macchine operatrici, oltre che per accedervi durante la vita dell’impianto, si prevede di realizzare sui crinali una strada di collegamento larga 6 metri e di lunghezza complessiva indicata in “circa 23 km” di cui “circa 6 km di nuovo tracciato.

Abbiamo scritto alle istituzioni locali una lettera del seguente tenore:

L’impatto sul territorio di un impianto industriale di queste dimensioni è enorme, e porterebbe a una radicale trasformazione delle caratteristiche ambientali, paesaggistiche, agricole, forestali e storiche del nostro comprensorio, con gravi ricadute sui progetti di valorizzazione dello stesso, vanificando gli sforzi compiuti in tanti anni da istituzioni locali, associazioni e individui che lo abitano e frequentano.

Ad oggi non ci risulta che da parte delle istituzioni si siano prese iniziative volte a informare la popolazione locale intorno a un fatto di tanta importanza, né che vi siano state prese di posizione su questo progetto.

La società proponente ha intrapreso presso il ministero la procedura per il rilascio di un “Provvedimento unico in materia ambientale” (PUA), che è regolato dal art. 27 del T.U. Ambiente (come novellato dall’ art. 22 del D.L. n. 77/2021). Dal 13 novembre 2023, tutti i dettagli tecnici del progetto di cui parliamo sono stati pubblicati e sono consultabili al link https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/9514/13966. Le istruzioni operative riferite alla procedura di PUA (cfr al link https://va.mite.gov.it/it-IT/ps/Comunicazione/IndicazioniOperativeUnico ) chiariscono nel modo seguente quanto stabilito dall’art. 27 del T.U. Ambiente: “entro trenta giorni dalla data di pubblicazione della documentazione sul PVA [Portale valutazioni Ambientali – NDR], l’Autorità competente e le Amministrazioni e gli Enti potenzialmente interessati e comunque competenti in materia ambientale verificano, per i profili di rispettiva competenza, l’adeguatezza e la completezza della documentazione presentata rispettivamente per il rilascio del provvedimento di VIA e dei titoli in materia ambientale. Ove necessario, le suddette Amministrazioni richiedono, per il tramite della DVA, integrazioni; la documentazione integrativa deve essere trasmessa dal proponente entro un termine perentorio non superiore a 30 giorni dalla richiesta di integrazioni.” Come abbiamo scritto più sopra, la documentazione di progetto risulterebbe essere stata pubblicata il 13 novembre. Entro il 13 dicembre è perciò possibile (e necessario, a nostro avviso) presentate le richieste di integrazioni.

Dal copioso materiale inserito sul Portale ministeriale (purtroppo senza particolare accuratezza per quanto riguarda gli indici di consultazione) abbiamo estratto alcuni tra i documenti che ci sono parsi più importanti e li abbiamo riportati su Google Drive per una più rapida e agevole consultazione. In calce a questa mail riportiamo i relativi riferimenti (“link”).

Molte e importanti le “voci” che palesemente richiedono chiarimenti e integrazioni. Di seguito alcune di esse.

L’energia prodotta dall’impianto dovrebbe essere immessa nella rete nazionale mediante un elettrodotto ad alta tensione tra Vendersi e il “nodo” di Vignole Borbera: così si legge nei documenti, che però non riportano alcun altro dettaglio su come si intenda realizzare questa parte del progetto, le cui criticità sono sempre emerse quando si trattò di valutare analoghi progetti negli anni scorsi. Il progetto contiene unicamente una succinta relazione geologica di dodici pagine.

La normativa regionale piemontese prevede che gli impianti di generazione da fonte eolica non possano essere collocati in un intorno di 50 metri dalle linee di crinale. Nessun cenno a questo vincolo è svolto negli elaborati resi disponibili. Di fatto, caricando su Google Earth il database elaborato dalle regione Piemonte che individua le suddette aree circostanti i crinali e incrociando la grafica con le coordinate geografiche che la società proponente indica rispetto alla localizzazione di ciascuna torre, si scopre che quasi tutte le torri sarebbero collocate a pochissima distanza dal limite di 50 metri. [ NDR : in calce a questo posto trovate venti link alle immagini di dettaglio riferite a ogni singola torre]. Se si considera che l’aerogeneratore necessita anche di una piazzola più ampia alla base, diventa estremamente importante chiedere chiarimenti sul rispetto del vincolo.

Anche le soluzioni “viabilistiche” preconizzate, appaiono incongrue e necessitano di essere meglio considerate: dall’area di stoccaggio materiali prevista a San Giorgio di Brignano Frascata si salirebbe al “nodo” di San Sebastiano Curone, dove, per evitare la “S” del ponte sul Museglia, si dovrebbe proseguire lungo la stretta strada sulla sx orografica del Museglia sino alla “piazza del mercato”, posizionandovi una gru che dovrebbe sollevare gli elementi di ciascun aerogeneratore scaricandoli sul lato opposto del torrente, di fronte alla Casa di riposo “San Giuseppe”, per riprendere il trasporto su un breve tratto della SP110 San Sebastiano-Pertuso, seguitando sulla SP114 lungo la dx orografica del Museglia e sulla SP116 per Costa dei Ferrai realizzandovi diverse grosse varianti per superare tratti difficoltosi a Magroforte Inferiore e Superiore e a Costa.

Dal cimitero di Costa – bivio per Gregassi – a Pian della Mora si prevede di realizzare una strada di ben 23 km, larga 6-7 metri, per il trasporto dei generatori e per la successiva manutenzione negli anni, seguendo inizialmente la sterrata per il Monte Giarolo fino alla Statua del Redentore, poi il crinale fino al passo di Brusamonica, aggirando quindi il Monte Panà fino al Monte Cosfrone, e ancora biforcandosi sul lato val Borbera verso il Monte Roncasso e aggirando invece l’Ebro sul lato val Curone (attraversando così il sito Natura 2000 … ) fino a Bocche di Crenna, per poi tagliare il versante del Monte Chiappo e proseguire sul crinale Curone/Staffora fino a Pian della Mora.

Saltano agli occhi tutte le incongruenze e le criticità di questa ipotesi progettuale.

Confidiamo che Ella tenga nella giusta considerazione questa scadenza, e prenda atto con la massima attenzione dell’importanza di una chiara presa di posizione, nell’interesse di tutta la Comunità.“.

Link

Cartella con le videate da Google Earth in cui, per ciascuna torre, si riporta l’esatta collocazione raffrontata al limite di 50 metri dalla linea di crinale

sintesi non tecnica

relazione tecnica descrittiva

quadro di riferimento programmatico

quadro di riferimento progettuale

quadro di riferimento ambientale

relazione tecnica viabilità alternativa

relazione tecnica trasporto

relazione elettrica

strada da Costa a cresta monte Giarolo

strada di cresta su crinale Giarolo verso Ebro

strada tra versante Ebro Chiappo e inizio crinale Staffora/Curone

strada crinale Staffora/Curone verso Boglelio – pian della Mora
relazione geologica circa il collegamento tra sottostazione di Vendersi e punto di consegna a Vignole

cartella con la planimetria catastale riferita alle singole pale, in cui si può notare la superficie occupata da ciascuna (dentro o fuori i 50 mt ?)

Raffronto grafico per ciascuna macchina tra il perimetro in cui è vietata la collocazione delle torri e le coordinate geografiche inserite in progetto
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6 pensieri riguardo “dal progetto di eolico industriale “Monte Giarolo” un impatto enorme: il nostro (primo) invito alle istituzioni

  1. ci risiamo

    Solo la gru davanti a una casa di riposo fa già rabbrividire. I vincoli ambientali che hanno fermato il precedente progetto sussistono. La scarsa attività eolica ( stagionale, non costante) è sempre la stessa rilevata dagli anemometri. Quindi cosa li ha spinti a riprovarci?

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  2. Ciao vorrei prendere contatti con chi si sta occupando della valutazione del progetto del parco eolico. Siamo un paio di tecnici con qualche risorsa per dare una mano se necessario. Grazie

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