osservazioni al progetto “eolico monte Giarolo”: qualche suggerimento

grazie ad Adriano Giraudo per la messa a disposizione della foto

Entro il prossimo 22 luglio tutti i cittadini possono inviare al ministero dell’ambiente (MASE è la sigla) le proprie osservazioni per chiedere che il governo, cui spetta giudicare se l’impianto eolico industriale “monte Giarolo” è compatibile con l’ambiente, pronunci un “no” chiaro e netto.

Qui di seguito trovate la sintesi di alcuni dei molti argomenti che, secondo noi, dovrebbero indurre il ministero a esprimere questo “no”. Sarebbe importante inviare molte osservazioni, anche se brevi, sia riferite ai punti trattati in questo post, sia su moltissimi altri aspetti. Noi siamo disponibili a dare una mano a tutti per scrivere le osservazioni e per presentarle – si può farlo in diversi modi (lo spieghiamo in calce a questo messaggio). Contattateci per email scrivendo a comitato@appennino4p.it oppure tramite i social.

vincolo regionale – sui monti prescelti per il progetto una norma del Piano paesaggistico del Piemonte vieta di realizzare impianti eolici in un intorno di 50 metri dalla linea di crinale. Un vincolo che il progetto non rispetta: se si parla di un impianto, logica vuole che si considerino tutte le parti delle macchine che lo compongono. Le torri di sostegno delle macchine sarebbero tutte situate poco oltre il limite di 50 metri ma, misurando gli spazi occupati dalle tre pale (ciascuna lunga 80 metri) che azionano ogni generatore, le venti macchine sconfinano nell’area vietata. I progettisti ne sono ben consci, tanto che prevedono di imporre sui terreni sovrastati dalle pale la cosiddetta “servitù di sorvolo”.

dissesto idrogeologico – un decreto ministeriale (il DM 10 settembre 2010) fissa le linee guida statali per il corretto inserimento degli impianti eolici nel territorio. Quando la collocazione delle torri è prevista in prossimità di aree caratterizzate da dissesto e/o da rischio idrogeologico – ed è esattamente il caso del progetto monte Giarolo – le linee guida chiedono di valutare attentamente questa scelta, che deve perciò essere motivata in modo adeguato. Per l’impianto “monte Giarolo” i progettisti hanno compiuto solo alcuni tipi di verifica strumentale, scrivendo che altri (necessari e importanti) accertamenti e studi di dettaglio saranno svolti in seguito, in tempi non precisati, in quanto “sia dettati dalla necessità di ottenere tutti gli indispensabili permessi amministrativi (e non solo) sia alla complessità esecutiva delle indagini”. Giustificazioni non accettabili, poichè in questo modo non è possibile esaminare correttamente e a fondo una questione basilare per gli impatti sull’ambiente.

viabilità e stradone sui crinali – secondo le linee guida statali è consigliabile che le dimensioni delle componenti dell’impianto e dei mezzi di trasporto siano tali da consentire l’accesso al cantiere con interventi minimali sulla viabilità esistente. Nel caso del progetto monte Giarolo, poichè la scelta è caduta su aerogeneratori tra i più grandi mai installati in Italia, sono previsti ben 220 trasporti eccezionali per una distanza di 200 km attraverso 68 comuni, con il successivo trasbordo di ciascuno dei carichi tramite una grande gru per valicare un torrente negli angusti spazi del centro abitato di San Sebastiano Curone (di fronte al distretto sanitario e ad una casa di riposo, quindi con potenziali pesanti ripercussioni su servizi essenziali, nonostante improbabili ipotesi di itinerari alternativi). E, ancora, il progetto prevede la creazione sui crinali di un tracciato camionabile largo 6/7 metri e lungo 23 km, che stravolgerebbe una serie di piste forestali e di sentieri e richiederebbe di realizzare ex novo almeno 6 km di questa strada, di cui 1,8 km all’interno di un sito Natura 2000.

ventosità e stima della produzione di energia – il sacrificio dell’ambiente derivante dalla creazione di un impianto industriale come quello denominato “monte Giarolo” dovrebbe trovare contropartita in una adeguata produzione di energia generata dal vento, perciò la corretta misurazione e acquisizione dei dati anemometrici è fondamentale. Per l’impianto monte Giarolo sono stati prodotti dei calcoli la cui qualità è del tutto insufficiente, in quanto, nonostante debbano giustificare la costruzione del più grande impianto eolico mai realizzato nel nord Italia, non seguono gli standard internazionali. Questi ultimi prevedono che i dati del vento impiegati per i calcoli di producibilità siano rilevati a 2/3 dell’altezza prevista per il mozzo delle turbine (quindi a 80 metri, dato che il mozzo, nel nostro caso, si troverebbe a 120 metri). Per il progetto “monte Giarolo” si sono prodotti calcoli desunti da rilevazioni compiute con un anemometro alto solamente 15/20 metri. I proponenti affermano che, per ottenere dati migliori (e, dunque, rifare i calcoli) “sono state installate 3 stazioni fisse di altezza 40 metri nella prima metà del mese di luglio 2023“ (stazioni queste di fatto ancora “fuori standard” rispetto all’altezza delle misurazioni), e promettono anche che “sul Monte Giarolo, appena le condizioni di accessibilità in sicurezza lo consentano, l’antenna da 40 metri sarà sostituita con torre a traliccio strallata alta 80 metri”. I (futuribili) dati ricavati a 80 metri potrebbero però essere utilizzabili solo per quattro delle venti “torri” in progetto, se si seguono gli standard internazionali. Questi, per una zona con orografia ad elevata rugosità quale è quella considerata, considerano attendibili con sufficiente approssimazione solo le misurazioni effettuate con un anemometro situato in un raggio di non più di 2 km dalla collocazione di ciascuna macchina.

aspetti naturalistici – l’impatto diretto ed indiretto dell’impianto eolico sugli ecosistemi e sulla biodiversità dei crinali sarebbe altissimo. Esso riguarderebbe aree ad elevata naturalità, al centro di progetti di valorizzazione turistico-naturalistica assolutamente incompatibili con la presenza di strutture artificiali di tali dimensioni. Per quanto riguarda la fauna, si verificherebbe una frammentazione degli habitat e il conseguente isolamento delle popolazioni con elevatissimo impatto su molte specie animali anche di interesse comunitario. In particolare si avrebbero impatti diretti sull’avifauna e i chirotteri. Sia in fase di cantiere sia di esercizio dell’impianto in questione si verificherebbero fenomeni di disturbo sulle biocenosi in generale e per la distruzione di habitat. A fronte di impatti di tale rilevanza appaiono del tutto risibili le mitigazioni proposte; di fatto non è assolutamente possibile mitigare la realizzazione e la presenza di un impianto industriale di tali dimensioni all’interno di un contesto naturale ad elevata valenza di biodiversità.

È possibile inviare osservazioni, alternativamente

a) inserendole nel sistema direttamente con un computer, se si dispone dello SPID o della carta di identità elettronica (CIE) e si è in grado di utilizzare questi strumenti per accedere al sito del ministero. Si parte dalla pagina che contiene le informazioni generali sul progetto, al link https://va.mite.gov.it/it-IT/Oggetti/Info/9514 si clicca sul simbolo della busta a fianco della frase “Scadenza presentazione osservazioni: 22/07/2024” e si seguono le istruzioni che si possono leggere in questo file. Per provare a chiarire alcuni passaggi delle istruzioni fornite dal ministero, rispetto a come “individuare” il progetto che ci interessa, abbiamo realizzato alcune diapositive, che trovate a questo link.

b) compilando, con il pc o a mano, il modulo cartaceo che è possibile scaricare al link https://va.mite.gov.it/File/DocumentoPortale/117 . Occorre firmarlo, allegare la copia di un documento d’identità e spedirlo al MASE (dopo aver scansionato il tutto, se per spedirlo, come è preferibile, si utilizza una casella PEC)

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